Con il
fiato sospeso... o quasi
di Iole Natoli
Nell'ambito
della tre giorni di Human Factor, la Convention di Sel e sinistra
Pd in corso presso il Palazzo della Permanente di Milano, ho
partecipato ieri pomeriggio al Laboratorio 47 avente
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per
tema DEMOCRAZIA E COSTITUZIONE.
Benché
non mi fossi iscritta a parlare già in partenza, sul finire dell’incontro mi
è stata data ugualmente la parola.
Sono
intervenuta introducendo il tema dell’art. 51, che non era stato ancora
sfiorato, e l'opportunità
d’inserire in un ricorso contro l’Italicum - che uno dei partecipanti, l’Avv.
Felice Carlo Besostri, starebbe preparando - la totale e incontestabile
assenza nella proposta di legge elettorale approvata alla Camera di provvedimenti che
favoriscano la parità di genere.
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Ciò, ovviamente, nel caso in cui non venisse
approvato in Senato l’emendamento Fedeli che dovrebbe essere discusso domani
26 gennaio (=>), o ancora se, ad
approvazione effettuata, l’Italicum dovesse tornare alla Camera a causa della
modifica intervenuta, senza ottenere approvazione definitiva.
Stando a quel che è accaduto delle richieste delle
donne, quando con voto segreto i deputati voltarono le spalle anche a
compagne di partito con cui avrebbero dovuto avere in comune gli ideali di
democrazia paritaria, le previsioni non sono interamente rosee.
Tuttavia c’è oggi qualcosa di diverso. L’emendamento
di matrice trasversale per l’equilibrio di genere, la cui prima firmataria è
Valeria Fedeli (presidente protempore del Senato) e che è già stato accolto
dalla Presidente della commissione Anna Finocchiaro, prevede che:
- i capilista dello stesso genere non possano essere più del
60%;
- le liste debbano essere al 50e50, alternando dunque una
donna e un uomo o viceversa;
- sia introdotta la doppia preferenza di genere sul
proporzionale.
Non
c’è in vista sull’emendamento in questione il voto segreto.
Potrebbero esserci dunque buone possibilità di successo.
Ciò non toglie che, ad emendamento approvato, proprio in
ragione della modifica intervenuta il testo debba poi tornare alla Camera.
Che succederà in questo caso?
L’art. 51, comma 1, della Costituzione recita:
“Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere
agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza,
secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari
opportunità tra donne e uomini”.
C’è da augurarsi che la sua applicazione non appaia ancora
indigesta a parlamentari di diverse collocazioni politiche, come è avvenuto
in passato, e che la pretesa di legiferare per un Paese secondo schemi
tagliati su modelli improntati massimamente a interessi maschili sia un’onta storica che il Parlamento sappia
provvedere a cancellare da sé.
In
caso contrario, non resterà che l’ineliminabile via del ricorso legale alla
Consulta.
Leggere
anche "Parlamento / La difficile ascesa delle donne" in questo blog
(=>)
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25
Gennaio 2015
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© Iole Natoli
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Dal gruppo omonimo di FB, nato quale progetto di lavoro per l'elaborazione di proposte politiche
domenica 25 gennaio 2015
ITALICUM E PARITÀ DI GENERE al Senato
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